Ostana, nella valle del Po, in provincia di Cuneo, è un piccolo villaggio di cultura occitana, con una bella storia di ripopolamento, in cui l'architettura è
protagonista. Alla fine del Novecento contava 6 abitanti (un secolo
fa erano 1200), oggi sono poco più di 80, la maggior parte dei quali
giovani di istruzione alta, che qui hanno trovato il luogo ideale in
cui iniziare una nuova vita, con attività legate alla montagna e al
servizio alla comunità. A contribuire al loro insediamento, anche il
lavoro di ristrutturazione e restauro, che, coordinato dal
Politecnico di Torino, ha permesso di recuperare gli antichi edifici
di pietra, utilizzando i materiali locali e le moderne tecnologie per
il risparmio energetico.
Un recupero di qualità, che ha offerto alla borgata infrastrutture architettoniche utili al suo rilancio. La prima è stata Lou Portoun, che, inaugurata nel 2015, è un centro polifunzionale, ispirato alle architetture locali: lungo la curva di livello, il pourtoun, una strada coperta, ha su ambi i lati le piccole costruzioni. E, utilizzando sempre le diverse curve di livello, Lou Portoun, su tre piani, ha diversi punti di ingresso; al primo piano ci sono gli spazi per le esposizioni, le conferenze, le proiezioni, il secondo e il terzo piano sono dedicati alle stanze per le diverse associazioni, organizzate intorno allo spazio centrale del portoun. Le facciate hanno grandi aperture a tutta altezza che inquadrano uno dei punti forti di Ostana: la vista privilegiata sul Monviso.
E sono queste vetrate ad alleggerire l'immagine possente delle pareti di pietra, che, in realtà, nascondono all'interno il vuoto del portoun, "spazio interno e, allo stesso tempo, via esterna su cui vengono ad allinearsi le case della borgata". Lou Portoun ha permesso a Ostana di ospitare diversi eventi culturali, dal Premio Lingua Madre, che riunisce ogni anno a giugno gli scrittori delle lingue minoritarie (siamo nelle orgogliose valli occitane piemontesi), alla Scuola di Cinema L'Aura, fino a mostre ed eventi nazionali come la riunione dei Borghi più belli d'Italia, a cui appartiene anche il villaggio alpino. Disegnato da Massimo Crotti, Antonio De Rossi, Marie-Pierre Forsans, coordinati dall'Istituto di Architettura Montana del Politecnico di Torino, Lou Portoun è stato candidato al Constructive Alps 2018.
Così come è candidato a questo prestigioso premio anche la Mizoun de la Villo, l'ultima architettura realizzata a Ostana al servizio della comunità. È una vera e propria "Casa Alpina del Welfare", in cui trovano posto l'ambulatorio medico, una biblioteca, spazi wellness, palestra compresa e un laboratorio artigianale di pasticceria-panetteria, che è uno dei simboli della rinascita di Ostana. Da ben 40 anni, infatti, la borgata non aveva una panetteria: poi il giovane Flavio Appendino ha deciso di stabilirsi a Ostana e di avviare qui la sua attività, grazie a un bando dell'Amministrazione del Comune; dal suo piccolo laboratorio della Mizoun de la Villo serve adesso anche diversi altri villaggi della Valle Po.
"Con il suo semplice impianto a L, La Mizoun de la Villo ricuce un brano del tessuto della borgata dove da tempo erano presenti i ruderi di antiche preesistenze, ricreando trame di vicoli interni al costruito, quintana in occitano, e una piccola piazzetta-patio di accesso al livello principale" spiega l'architetto Antonio De Rossi, direttore dell'Istituto di Architettura Montana del Politecnico di Torino, che con Massimo Crotti e Luisella Dutto firma il progetto "Come nelle costruzioni alpine storiche, l'edificio viene a distendersi sul pendio sfruttando i dislivelli altimetrici per accedere ai tre piani che compongono l'edificio. Riprendendo le riflessioni di Edoardo Gellner, che ha utilizzato la metafora delle lavorazioni agricole storiche su pendio per descrivere le costruzioni montane, si potrebbe dire che i corpi che definiscono la L corrispondono ai due principali morfotipi dell'architettura alpina: la casa a rittochino, ossia col colmo disposto lungo la linea di massima pendenza, e la casa a cavalcapoggio, col colmo parallelo alle curve di livello".
La facciata principale, in legno e pietra, alterna bovindi e grandi vetrate, affiancati da balconi protetti da brise-soleil in legno, permettendo un gioco di pieni e voti che movimenta il prospetto e modula sia il passaggio della luce all'interno sia le magnifiche viste sul Monviso e sul paesaggio circostante. Il risparmio energetico è garantito dalla condivisione della produzione geotermica, fotovoltaica e di solare termico con l'adiacente Centro Sportivo e Benessere.
Un recupero di qualità, che ha offerto alla borgata infrastrutture architettoniche utili al suo rilancio. La prima è stata Lou Portoun, che, inaugurata nel 2015, è un centro polifunzionale, ispirato alle architetture locali: lungo la curva di livello, il pourtoun, una strada coperta, ha su ambi i lati le piccole costruzioni. E, utilizzando sempre le diverse curve di livello, Lou Portoun, su tre piani, ha diversi punti di ingresso; al primo piano ci sono gli spazi per le esposizioni, le conferenze, le proiezioni, il secondo e il terzo piano sono dedicati alle stanze per le diverse associazioni, organizzate intorno allo spazio centrale del portoun. Le facciate hanno grandi aperture a tutta altezza che inquadrano uno dei punti forti di Ostana: la vista privilegiata sul Monviso.
E sono queste vetrate ad alleggerire l'immagine possente delle pareti di pietra, che, in realtà, nascondono all'interno il vuoto del portoun, "spazio interno e, allo stesso tempo, via esterna su cui vengono ad allinearsi le case della borgata". Lou Portoun ha permesso a Ostana di ospitare diversi eventi culturali, dal Premio Lingua Madre, che riunisce ogni anno a giugno gli scrittori delle lingue minoritarie (siamo nelle orgogliose valli occitane piemontesi), alla Scuola di Cinema L'Aura, fino a mostre ed eventi nazionali come la riunione dei Borghi più belli d'Italia, a cui appartiene anche il villaggio alpino. Disegnato da Massimo Crotti, Antonio De Rossi, Marie-Pierre Forsans, coordinati dall'Istituto di Architettura Montana del Politecnico di Torino, Lou Portoun è stato candidato al Constructive Alps 2018.
Così come è candidato a questo prestigioso premio anche la Mizoun de la Villo, l'ultima architettura realizzata a Ostana al servizio della comunità. È una vera e propria "Casa Alpina del Welfare", in cui trovano posto l'ambulatorio medico, una biblioteca, spazi wellness, palestra compresa e un laboratorio artigianale di pasticceria-panetteria, che è uno dei simboli della rinascita di Ostana. Da ben 40 anni, infatti, la borgata non aveva una panetteria: poi il giovane Flavio Appendino ha deciso di stabilirsi a Ostana e di avviare qui la sua attività, grazie a un bando dell'Amministrazione del Comune; dal suo piccolo laboratorio della Mizoun de la Villo serve adesso anche diversi altri villaggi della Valle Po.
"Con il suo semplice impianto a L, La Mizoun de la Villo ricuce un brano del tessuto della borgata dove da tempo erano presenti i ruderi di antiche preesistenze, ricreando trame di vicoli interni al costruito, quintana in occitano, e una piccola piazzetta-patio di accesso al livello principale" spiega l'architetto Antonio De Rossi, direttore dell'Istituto di Architettura Montana del Politecnico di Torino, che con Massimo Crotti e Luisella Dutto firma il progetto "Come nelle costruzioni alpine storiche, l'edificio viene a distendersi sul pendio sfruttando i dislivelli altimetrici per accedere ai tre piani che compongono l'edificio. Riprendendo le riflessioni di Edoardo Gellner, che ha utilizzato la metafora delle lavorazioni agricole storiche su pendio per descrivere le costruzioni montane, si potrebbe dire che i corpi che definiscono la L corrispondono ai due principali morfotipi dell'architettura alpina: la casa a rittochino, ossia col colmo disposto lungo la linea di massima pendenza, e la casa a cavalcapoggio, col colmo parallelo alle curve di livello".
La facciata principale, in legno e pietra, alterna bovindi e grandi vetrate, affiancati da balconi protetti da brise-soleil in legno, permettendo un gioco di pieni e voti che movimenta il prospetto e modula sia il passaggio della luce all'interno sia le magnifiche viste sul Monviso e sul paesaggio circostante. Il risparmio energetico è garantito dalla condivisione della produzione geotermica, fotovoltaica e di solare termico con l'adiacente Centro Sportivo e Benessere.
Pianta, sezione e facciata di Lou Portoun (sin), pianta del primo piano della Mozoun de la Villo (des)
La candidatura al Constructive Alps 2020,
28 i progetti selezionati sugli oltre 300 arrivati, di cui 4
italiani, è solo l'ultimo riconoscimento arrivato a Ostana per il
suo sforzo di rinascita attraverso l'architettura e la cultura: ci
sono stati infatti il Premio Fare Paesaggio della provincia autonoma
di Trento nel 2016, il Cresco Award e la menzione speciale al Premio
Europeo del Paesaggio del MIBACT nel 2017; inoltre i suoi progetti
sono stati finalisti alla Rassegna Architetti Arco Alpino nel 2016 e
al Constructive Alps 2018. E non è finita: nei prossimi mesi partirà
il progetto della trasformazione della borgata Ambornetti, a ovest
dell'abitato principale di Ostana, in un albergo diffuso, capace di
generare una quarantina di posti di lavoro, grazie alla realizzazione
di orti, allevamenti, produzioni casearie e un virtuoso sistema di
riciclo delle risorse utilizzate. Se ne tornerà a parlare.
Le foto sono di Laura Cantarella e Silvia Pasquetto.
Le foto sono di Laura Cantarella e Silvia Pasquetto.
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